Martedì 7 febbraio spazio anche a Casa Sanremo Writer, lo spazio culturale dedicato alla presentazione di libri in compagnia dei loro autori. Alle 18.00 Roberta Bruzzone presenterà il suo “Il lato oscuro dei social media”, un’analisi dell’uso e abuso dei social network, che si sono consolidati divenendo, ormai da diversi anni, una “abitudine” cui non siamo disposti a rinunciare, nel bene e nel male. Un’abitudine, però, che ha modificato profondamente il nostro modo di comunicare. I dati non lasciano dubbi in merito: il “nuovo mondo” digitale conta sempre più abitanti, ora dopo ora, in tutto il globo. E l’Italia non è da meno: il 60% degli italiani accede regolarmente a internet e gli account attivi sui canali social sono oggi 28 milioni, 22 milioni di persone accedono da dispositivi “mobile” (ossia cellulari e tablet). Il tempo trascorso sui social cresce di pari passo: gli italiani sono in cima alle classifiche europee per tempo dedicato alla navigazione su internet, con una media di ben 6,7 ore al giorno sul web (tra mobile e desktop), di cui 2,5 dedicate esclusivamente all’utilizzo dei vari social media, Facebook in testa. Uno sguardo allargato oltre il confine fa scoprire una realtà ben più vasta: la popolazione mondiale è ora di 7,2 miliardi di persone, e il numero di utenti internet attivi ha superato i 3 miliardi di utenti – erano 2,5 miliardi 12 mesi fa. Oggi di fatto il 42% dell’intera popolazione mondiale è online. Gli account attivi sui social media sono più di 2 miliardi. E non sono tutte brave persone… ecco perché si parla di un lato oscuro, quello che può nascondersi tra i vari utilizzatori di queste piattaforme di comunicazione ormai diffusissime, in grado di raggiungere chiunque, ovunque, in ogni momento. Se è vero che i social media consentono di estendere le proprie reti sociali e professionali, di autopromuoversi e seguire i propri interessi con estrema rapidità e facilità, non bisogna mai dimenticare che proprio per la loro pervasività ed efficacia sono strumenti potenti, a cui accostarsi con cautela e consapevolezza. È necessario stare in guardia: i cosiddetti rischi virtuali possono generare ripercussioni negative, reali e concrete, sulla vita dell’utente. La cronaca nera sempre più spesso racconta vicende che mostrano con quanta rapidità e facilità ciò che avviene sui social media possa trasformarsi in una vera e propria scena del crimine.
Sempre alle 18.00 si svolgerà anche la presentazione del volume “Il ragionevole sospetto”, di Vittoriana Abate e Cataldo Calabretta, un’analisi dei più eclatanti casi di cronaca nera italiani, dagli indecifrabili cold case degli anni Cinquanta agli omicidi ancora avvolti dalla nebbia del sospetto, fino ai più recenti fatti di sangue che hanno sconvolto l’opinione pubblica nazionale. Attraverso un’attenta e puntuale disamina, il libro ripercorre la trama della complessa tessitura di ogni delitto, un intreccio di bugie, mistero, occultamenti, depistaggi e crudeltà e si addentra nelle zone d’ombra della più insospettabile realtà quotidiana. L’inquietante “normalità” degli assassini, dei loro complici, delle loro relazioni affettive, la banalità omicida che spinge a uccidere senza un apparente motivo, il movente labile, incomprensibile, che dirige l’indagine verso la frontiera scientifica e tecnologica alla ricerca di indizi e prove, oltre ogni ragionevole dubbio. Gli autori analizzano, con la competenza professionale e il piglio giornalistico che li contraddistingue, le storie e i protagonisti di “ordinario male” rimasti indelebili tra le pagine e le immagini della cronaca nera italiana.